Giovedì 4 dicembre si è tenuta a Roma, su iniziativa del Sen. Roberto Rosso, Responsabile Dipartimento Casa Forza Italia, la conferenza stampa della consulta interassociativa di ANAMA, FIMAA e FIAIP “Il valore delle locazioni brevi”.
Al centro il tema caldo delle locazioni turistiche brevi, attualmente oggetto di esame all’interno della legge di bilancio 2026.
Hanno preso parte al dibattito, in seguito all’introduzione del Senatore Rosso, il Presidente nazionale ANAMA Renato Maffey, il Vicepresidente Vicario FIMAA Maurizio Pezzetta e il Presidente nazionale FIAIP Fabrizio Segalerba.
Negli ultimi anni le locazioni turistiche hanno costituito una ulteriore fonte di reddito per molte famiglie italiane, oltre a rispondere alle esigenze di un mercato turistico che si è trasformato ed evoluto, soprattutto a partire dal periodo post pandemia.
Il valore delle locazioni brevi: alcuni numeri
Il settore delle locazioni brevi ha registrato una netta crescita in Italia nel 2025. Nei primi 8 mesi dell’anno ha registrato un valore delle prenotazioni di oltre 8,2 miliardi di euro e se si considerano i riflessi sulla ristorazione, i trasporti, la cultura e lo shopping, l’impatto sul PIL vale altri 32,9 miliardi.
Inoltre, il settore impiega ad oggi 30 mila operatori e considerando anche l’indotto il bilancio sale a 150 mila posti di lavoro.
Chi c’è dietro agli immobili?
Nella maggior parte dei casi si tratta di proprietari di immobili e piccoli imprenditori: il 96% delle persone loca un solo appartamento, che nel 30% dei casi proviene da un’eredità. Per questo il segmento delle locazioni brevi rappresenta un sostegno essenziale per le famiglie.
Una risposta alla diversificazione dell’offerta turistica
Il settore delle locazioni brevi contribuisce a diversificare l’offerta ricettiva, affiancandosi alle soluzioni tradizionali e rispondendo alle esigenze di chi necessita di soggiorni brevi per motivi di lavoro, studio, salute o turismo.
Il comparto degli affitti brevi è attualmente sotto esame all’interno della prossima legge di Bilancio (articolo 7) che, se approvata così com’è, con il passaggio della cedolare secca da un 21% a un 26% per chi concede in locazione breve un immobile tramite mediatori immobiliari o piattaforme di intermediazione penalizzerebbe un sistema che, come riportato in precedenza, assume per molte famiglie una integrazione al proprio reddito.
La motivazione di tale aumento sembrerebbe essere la convinzione che esso potrebbe rivitalizzare il mercato delle locazioni residenziali a lungo termine.
Ma i numeri raccontano un’altra storia: solo una parte minima del patrimonio immobiliare viene utilizzata per le locazioni brevi con la media nazionale che si attesta al 2% e solo in alcune grandi città con particolare vocazione turistica – come Firenze – arriva al 6% circa.
A parlare, più nel dettaglio della crisi abitativa è Renato Maffey (ANAMA):
Da più di due anni affrontiamo costantemente insieme alle istituzioni il problema della crisi abitativa. Il problema non può essere circoscritto agli affitti brevi, che costituiscono una realtà marginale dell’intero patrimonio immobiliare residenziale italiano.
Il vero problema per la crisi abitativa e da ricercare nel numero importante di case non occupate nel nostro Paese e che rappresentano il 25% del patrimonio immobiliare.
Per stimolare l’immissione sul mercato di tale patrimonio è sicuramente necessario realizzare stimoli fiscali per chi loca il proprio immobile, maggiori garanzie sul rilascio rapido in caso di morosità e fine locazione, riqualificazione del patrimonio immobiliare con supporto dello Stato per gli interventi privati (bonus edilizi), facilità ad accedere a finanziamenti per le riqualificazioni immobiliari e, infine, una maggiore libertà nelle possibilità di stipulare contratti secondo le proprie volontà e necessità con una nuova legislazione per il settore).