Intervista ad Alberto Zanni, Presidente Confabitare

Presidente, parliamo di nude proprietà: secondo una vostra analisi nel 2024 queste operazioni sono aumentate del 20% rispetto all’anno precedente. Quali i dettagli che emergono?

“Sì, i numeri parlano chiaro: nel 2024 le vendite in nuda proprietà sono aumentate del 20% rispetto al 2023.

Dietro questi numeri ci sono persone, storie e bisogni reali. Parliamo di circa 97.000 pensionati in tutta Italia che, pur restando nelle proprie case, hanno scelto l’opzione della nuda proprietà per far fronte alla crisi economica avendo così l’opportunità di passare una vecchiaia economicamente serena.

Bologna guida questa tendenza con un incremento del 36%, seguita da grandi città come Roma, Torino e Milano. L’Emilia-Romagna rappresenta da sola il 39% delle vendite totali.

Le tipologie di immobili maggiormente coinvolte sono trilocali e bilocali, ma osserviamo anche un aumento di vendite di case indipendenti: un segnale che ci fa capire come la scelta della nuda proprietà non sia più un’eccezione, ma una risposta sempre più diffusa al disagio economico.

Confabitare, associazione nazionale dei proprietari immobiliari, è in prima linea nell’ascolto e nella tutela dei proprietari immobiliari, in questo caso per garantire dignità e sicurezza a chi ha costruito, spesso con grandi sacrifici, il proprio patrimonio.”

Qual è l’identikit di chi vende in nuda proprietà?

“Chi vende in nuda proprietà ha in media 75 anni e percepisce una pensione modesta, attorno ai 1.100 euro al mese. Ma questo è solo l’aspetto anagrafico.

Nella realtà, si tratta spesso di persone sole, con pochi legami familiari o senza eredi diretti, che scelgono questa strada per non dover dipendere da nessuno. Vogliono continuare a vivere nella loro casa, ma hanno bisogno di liquidità immediata per far fronte a bollette, spese mediche, costi sempre più alti.

Altri ancora lo fanno per aiutare figli e nipoti, mettendo in gioco il proprio patrimonio per sostenere nuove generazioni sempre più schiacciate dalla precarietà di questi tempi. È un gesto di grande generosità, ma soprattutto il segnale di un sistema che non sta funzionando come dovrebbe.”

E quello di chi compra?

“L’acquirente tipo è nella fascia tra i 45 e i 54 anni. È una persona che guarda al futuro con realismo: magari ha figli e pensa a garantirgli una base, oppure vuole costruirsi una sicurezza per quando andrà in pensione. In molti casi, si tratta di famiglie che non riuscirebbero ad accedere immediatamente a una casa a prezzo pieno, ma vedono nella nuda proprietà una soluzione intelligente e sostenibile per il lungo periodo. È nello spirito italiano provare a trovare un equilibrio utilizzando ciò di cui dispone: c’è chi ha una casa ma pochi soldi, e chi ha qualche risparmio ma non può permettersi un acquisto tradizionale.”

Quali sono le motivazioni principali che portano a vendere in questa modalità? E quali invece di chi acquista?

“Chi vende, spesso, lo fa perché non ha alternative. Non vuole o non può andarsene da casa sua, ma ha bisogno urgente di liquidità. E c’è anche chi, con grande dignità, sceglie questa via per aiutare economicamente figli e nipoti, rinunciando a qualcosa di proprio per dare un’opportunità agli altri.

Chi compra, invece, lo fa perché vuole un investimento sicuro, patrimoniale, sostenibile. Ma in tanti casi, ed è giusto dirlo, si avvicina alla nuda proprietà con rispetto, consapevole che sta entrando in una storia già vissuta da altri. C’è una forma di solidarietà tra generazioni che si incontrano su un terreno comune.”